Breve Storia di Sesto Fiorentino

dalla Preistoria all’Età Romana

Il centro abitato nacque alla base di Monte Morello, vicino ai fiumi come il torrente Rimaggio, il torrente Zambra, la Gora di Quinto ed il fosso del Termine; in una posizione che aveva già visto insediamenti preistorici, come dimostrano i ritrovamenti avvenuti durante i recenti scavi archeologici. Le ricerche testimoniano che la piana sestese-fiorentina è stata abitata fino dal Mesolitico (circa 9000 anni fa) al Neolitico (a partire da 7000 anni fa) e nelle epoche successive, fino alle fasi storiche, dal momento che la stessa pianura da sempre si è trovata inserita in un’ampia rete di comunicazioni.

Del periodo Villanoviano-Etrusco (VIII-VII sec. a.C.) restano ancora visibili le tombe a pozzetto in località Palastreto, sopra la Castellina di Quinto Fiorentino. Del VII-VI secolo a.C. le tombe monumentali a tholos, due in condizioni perfette: la Tomba della Mula, conosciuta fino dal XV secolo, e la Tomba della Montagnola, scoperta nel 1959 da un gruppo di giovani volontari fra quali gli architetti sestesi Chiostri e Mannini, seguiti dai tecnici della Soprintendenza alle Antichità d’Etruria. Questi monumenti etruschi si trovano nei pressi del torrente Zambra, il cui nome sembra derivare da un termine etrusco che significava “il fiume dei morti”.

Nel VII sec. a.C. la grande spianata a sud di Monte Morello è stata sottoposta ad una prima bonifica, come testimoniano i tracciati viari e le canalette ritrovati durante le indagini archeologiche. Altri interventi di miglioramento sono poi ripresi durante il periodo romano. Questi interventi di centurazione delimitavano i terreni da assegnare ai legionari che venivano ad abitare a Sesto. Gli insediamenti romani venivano costruiti nelle vicinanze di frequentazioni umane più antiche.

All’epoca imperiale romana si deve la realizzazione, nel territorio di Sesto, di notevoli opere idrauliche fra le quali gli interventi di bonifica e la costruzione dell’acquedotto che dalla Chiusa di Calenzano attraversava Sesto per alimentare di acqua le terme della colonia di Florentia. Tuttora alcune frazioni di Sesto (come Colonnata e Doccia) conservano il nome che ricorda questo periodo.

Durante il periodo romano il territorio di Sesto venne attraversato dalla Via Cassia. Questa Via passava la fascia pedecollinare sopra a Quinto (quinto miglio da Florentia) per arrivare a Sesto, per continuare nella piana di Settimello vicino al luogo dove si incontravano due fiumi, il Bisenzio e il Marina. In questo posto la strada si divideva in due rami: uno attraversava gli Appennini, passava da Marzabotto ed arrivava a Bologna; l’altro ramo passava dai Colli Albani fino ad arrivare a Pistoia e poi verso il mare.

dal Medioevo al Rinascimento

Nell’epoca Medioevale a Sesto nacquero i borghi. Documentano questo periodo alcune case torri ancora visibili lungo il torrente Rimaggio. Queste costruzioni fomavano un quadrilatero nel quale era compresa tutta l’area fino alle odierne via G. Garibaldi e via della Tonietta. Antiche case torri e residenze importanti si formarono intorno a terreni coltivati lungo la fascia pedecollinare, nelle aree di Colonnata e di Querceto. Tuttora, anche se manomesse, si riconoscono costruzioni che si fanno risalire a questo periodo.

Attorno a questi nuclei abitati si edificano le prime chiese: la più importante, la Pieve di S. Martino, costituì il fulcro del futuro centro. Sesto assunse comunque le dimensioni di borgo attorno all’anno Mille, in seguito anche al miglioramento delle condizioni economiche della vicina Florentia.

Nell’età feudale Sesto fu feudo dei vescovi fiorentini che oberarono la popolazione di gabelle esose. L’insofferenza e un tentativo di ribellione costò ai sestesi la scomunica nel 1260. Con l’avvento della Repubblica Fiorentina, Sesto ne seguì le sorti, governata come podesteria da un podestà rinnovato semestralmente: la sede a Sesto era il Palazzo Pretorio, che ancora porta sulla facciata gli stemmi dei podestà inviati da Firenze ad amministrare la giustizia.

Isolato e poco difeso, ogni volta che un esercito si avvicinava a Firenze, Sesto era destinato a subirne le violenze (nel 1365 gli abitanti di Sesto scamparono al saccheggio delle truppe di Giovanni Acuto rifugiandosi nel castello di Calenzano). Anche durante l’assedio di Firenze, Sesto subì i saccheggi e le crudeltà dei mercenari tedeschi che si erano fermati nella piana; si ricordano però alcuni sestesi che combatterono eroicamente a Gavinana: Paolo e Francesco Corsi, e Dante Catellini da Castiglione, che il 1° marzo 1529 sfidò in campo aperto e uccise Bertino Aldobrandi, fuoriuscito fiorentino passato al campo avverso, assumendo in questo modo la figura di strenuo difensore della Repubblica dall’aggressione dei traditori e degli stranieri.

Nel Rinascimento, col miglioramento delle condizioni di vita ed anche con la bonifica, ad opera della Repubblica, degli stagni e paludi che ormai allagavano la piana, Sesto conobbe un certo sviluppo: molti possessi e dimore acquistati da nobili e ricchi mercanti furono trasformati e abbelliti in case di campagna o addirittura in ville con parchi e giardini, costituendo l’attuale patrimonio ambientale e monumentale. Nacquero anche osterie e locande, ed anche ospedali per pellegrini sulle grandi vie di comunicazione.

il Settecento e il primo Ottocento

L’economia di Sesto fu prevalentemente agricola, assumendo un peso notevole sul rifornimento fiorentino con vini, olio e biade; nel 1737 nacque ad opera del marchese Carlo Ginori la Manifattura di Doccia, iniziando la produzione delle maioliche e delle porcellane che tanta importanza avrebbe avuto nella organizzazione economica della città.

Se fino alla fine del ‘700 Sesto non ebbe una vera e propria identità rispetto a Firenze, l’Ottocento segna lo sviluppo autonomo di Sesto. La popolazione aumenta per il benessere derivato sia da una maggiore utilizzazione agricola delle piana sempre più bonificata, sia dal progredire delle industrie (soprattutto quella delle porcellane) e dei commerci; da un punto di vista urbanistico la città assume una propria fisionomia. Nel 1848 Sesto viene tagliata in due dalla ferrovia Firenze-Prato (nella foto, la Stazione in una cartolina d’epoca).

Vivace fu anche la vita politica e sociale dei sestesi: già il 29 aprile 1799 nella piazza della Chiesa fu piantato “l’albero della libertà”. Il 1° maggio 1808, con l’entrata in vigore del Codice napoleonico, fu abolito il podestà, che aveva sede nel Palazzo pretorio, e sostituito col giudice di pace.

dal Risorgimento al Fascismo

Al plebiscito del 1860, su 2708 votanti, 2622 si espressero a favore dell’unione, 60 contro, 26 furono i voti non validi. Con l’unità d’Italia Sesto fu autorizzato, il 27 luglio 1869, ad aggiungere la qualifica di “Fiorentino” per distinguerlo dagli altri comuni omonimi del Regno. Il 25 giugno 1871 venne inaugurato dal sindaco Daddi l’attuale Palazzo del Comune.

Ma è soprattutto nel campo della cultura, dell’istruzione e delle attività sociali che si ha la nascita e lo sviluppo di associazioni e strutture: verso la metà del secolo fu costruito il Teatro Niccolini, nel 1872 fu fondata dal marchese Lorenzo Ginori la Scuola di Disegno presso la manifattura Ginori a Doccia, per preparare teoricamente e praticamente le future maestranze della fabbrica, il 7 marzo 1869 venne inaugurata la sede della Società per la Biblioteca Circolante, fu progettata e costruita la scuola elementare presso il Comune, nacquero Società di Mutuo Soccorso, Unioni Operaie, Cooperative, si riorganizzarono e rafforzarono istituzioni come la Misericordia (già presente a Sesto) e vari istituti di beneficenza.

Drammatici gli avvenimenti di fine secolo: la grave crisi economica, lo sciopero delle trecciaiole e l’uccisione di quattro sestesi il 5 maggio 1898, quando la truppa regia sparò sulla folla. Ma Sesto fu attraversato anche da ricchi fermenti: nel 1897 fu eletto deputato nella circoscrizione Giuseppe Pescetti, secondo socialista alla Camera dopo Andrea Costa, nel 1899 il Comune fu conquistato dai Socialisti, con il sindaco Pilade Biondi, primo sindaco socialista in Toscana, che governò il comune fino all’avvento del Fascismo.

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